Assistenza Personale: non una misura in più

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Un passo importante

La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità indica infatti l’Assistenza personale come uno dei sostegni fondamentali per garantire la partecipazione alla vita sociale[1]. Ancora oggi, i movimenti per il diritto alla vita indipendente la indicano come lo strumento necessario per garantire la libertà e l’emancipazione delle persone con disabilità. Il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità lo considera come l’elemento chiave dei servizi basati sulla comunità. Gli Assistenti personali vengono definiti come persone “che forniscono un sostegno diretto e individuale alle persone con disabilità, consentendo loro di raggiungere lo stesso livello di autodeterminazione, opportunità e attività di una persona senza disabilità, sia a casa che fuori, nella comunità. Un assistente personale accompagna una persona disabile per tutto il tempo necessario durante la giornata e fornisce sostegno in tutti i settori di attività richiesti. Ciò può comportare attività quali vestirsi, cucinare, leggere, guidare, fare il bagno, prendersi cura dei bambini; e attività spontanee quali viaggi di lavoro, riordinare il giardino, frequentare un corso di formazione o visitare amici. Ciò può comportare anche attività legate alla salute e all’igiene.”[2]

La possibilità di ottenere a dei contributi significativi per sostenere il costo dell’Assistenza personale non era, fino ad oggi in Lombardia, prevista in modo diretto ma solo attraverso altre misure, in particolare quelle finanziate dal Fondo per la Non Autosufficienza. Prima ancora, già la L. 162/1998 prevedeva questa opportunità, destinando anche specifiche risorse, poi confluite nel Fondo Nazionale per le Politiche Sociali. In ogni caso, come dimostra la lettura dei “Regolamenti di accesso ai servizi sociali” l’Assistenza Personale non rientra, in genere, nella serie di opportunità descritte e offerte dai Comuni lombardi, al contrario di altri servizi di carattere domiciliare.
A colmare questa lacuna, è intervenuto l’art. 8 della L.r. 25/2022 che prevede che l’Assistente Personale possa rientrare tra i sostegni previsti dal Progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato. La Dgr 5416/2025 rappresenta il provvedimento con cui la Giunta Regionale avvia l’implementazione di questo articolo della norma.[3]

 I punti salienti della DGR 5416

La delibera contiene alcune affermazioni significative, a partire da quella in cui si dà atto che: “il diritto alla vita indipendente è trasversale alle politiche regionali intersecando quelle di carattere sociale e socioassistenziale, sociosanitario, sanitario, quelle di supporto all’inclusione scolastica e lavorativa, quelle relative all’accessibilità, alla mobilità e alla piena partecipazione alla vita sociale e politica”.
Si tratta di una dichiarazione impegnativa che dovrebbe essere effettivamente fatta propria da Regione, nel suo insieme, in tutti gli atti che riguardano le persone con disabilità: un obiettivo che appare ancora lontano ma che ora si può affermare che sia condiviso.

Il documento allegato alla delibera definisce ruoli e competenze dell’Assistente Personale: viene descritto bene come si tratti non tanto e non solo di una risorsa in più ma di un passo importante per superare “logiche meramente assistenzialistiche” per favorire la “costruzione di percorsi di vita pienamente autodeterminati”.
Un passaggio che dimostra l’ampiezza e la profondità del percorso culturale che abbiamo alle spalle è quello in cui si ribadisce come la vita indipendente abbia a che fare con il rispetto dell’autodeterminazione e della libertà della persona e non con la capacità o meno di fare da sé e che “non coincide con l’essere autosufficiente o con il poter pensare anche in piena autonomia”. Un’affermazione che, solo pochi anni fa, non si sarebbe potuta dare per scontata e che archivia, speriamo definitivamente, l’idea che l’Assistente personale sia un sostegno adeguato alle sole persone con disabilità motoria.

Viene chiarito, correttamente, come l’Assistente personale debba essere una persona scelta direttamente dal beneficiario: una figura flessibile, con alcuni requisiti ma non il possesso di qualifiche specifiche. Si tratta quindi di un lavoratore direttamente assunto dalla persona con disabilità, anche se la delibera apre anche alla possibilità della stipula di contratti con enti terzi ed all’assunzione di familiari, tenendo conto dei limiti normativi. Un passaggio forse inevitabile: nella fase di applicazione si dovrà considerare come il principio stesso di autogestione della propria assistenza, renda preferibile l’assunzione diretta da parte della persona con disabilità, rispetto ad altre opzioni. Si tratta di un punto delicato perché è importante garantire alla persona alla disabilità la possibilità di scegliere con grande libertà la persona da cui farsi assistere, senza pressioni da parte di altri, familiari o operatori, per quanto a lui prossimi.

Con questo provvedimento la Giunta, oltre ad inquadrare ruolo e funzioni dell’Assistente Personale, stanzia anche delle risorse per contribuire al suo finanziamento.
Qui arrivano le note critiche: il finanziamento della L.r. 25/2025 passa da 1 a 1,5 milioni, di cui € 500.000 già vincolati al sostegno all’Assistente personale nell’assestamento di bilancio della scorsa estate. Di queste poche risorse, la Regione ha deciso di allocare € 860.000 “ad integrazione delle risorse da destinare ai progetti di vita che prevedono la presenza dell’assistente personale” e € 640.000 alla terza annualità dei Centri per la Vita Indipendente.
Salta subito all’occhio che il finanziamento per i 32 “Centri” oggi attivi per la terza annualità passa da 1 milione (previsione indicata nella Dgr 984/23) a € 640.000: in pratica si passa da un contributo regionale di € 30.000 ad uno di € 20.000 per ogni Centro (senza contare che il numero dei Centri potrebbe anche aumentare).

È auspicabile che il Consiglio Regionale riesca a stabilizzare e incrementare le risorse da assegnare ai Centri per la Vita Indipendente, che sono destinati a divenire un architrave della progressiva personalizzazione del modello di welfare sociale regionale sulla disabilità.
Stesso discorso, ovviamente, riguarda le risorse da destinare all’assistenza personale: è vero che si tratta di risorse aggiuntive, a quelle proprie dei Comuni e ai fondi regionali, ma questo specifico contributo rischia di raggiungere al massimo a 40-50 persone su tutto il territorio regionale. Sarà bene chiarire che si tratta di risorse iniziali, destinate a crescere man mano che aumenteranno le richieste.

La reale implementazione di questa norma passa necessariamente da un’attività di informazione delle persone con disabilità e dei loro familiari così come degli operatori che lavorano nei diversi servizi.
Un dato problematico è che appare sempre più difficile trovare persone interessate a svolgere la professione di Assistente personale: già oggi, alcuni percorsi e progetti faticano a partire non tanto per problemi economici ma per la non disponibilità di risorse umane. Anche su questo punto, sarà necessario pensare ad una qualche attività comunicativa così come di formazione sia per le persone che già lavorano come per quelle interessate a svolgere il ruolo di Assistente personale.

Per giungere all’effettiva implementazione della norma, restiamo in attesa di un ulteriore provvedimento regionale, speriamo tempestivo, che definisca la determinazione del contributo e le modalità di rendicontazione.

[1] “le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi a domicilio o residenziali e ad altri servizi sociali di sostegno, compresa l’assistenza personale necessaria per consentire loro di vivere nella società e di inserirvisi e impedire che siano isolate o vittime di segregazione” (punto b, art. 19 Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità).
[2] Commento Generale n. 5 – GE.1719008, pubblicato dal Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità in data 27 ottobre 2017. Per saperne di più: ledha.it/diritti.
[3] La L.r. 25/2022 prevede tre atti applicativi, relativamente ai Centri per la Vita Indipendente (Dgr 984/2023), all’Assistenza Personale e alle Unità di offerta sociosanitarie e socio-assistenziali.

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