Assistenza personale e vita indipendente: importante passaggio in Lombardia

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La Regione Lombardia ha riconosciuto la possibilità per le persone con disabilità di poter contare su un assistente personale autogestito come condizione fondamentale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente. «Si tratta – secondo la Federazione LEDHA – di un punto di partenza su cui continuare a lavorare, per fare in modo che il diritto all’autodeterminazione della persona con disabilità sia effettivamente riconosciuto, anche attraverso l’autogestione del proprio assistente personale»


Con la Delibera numero 5416 del 1° dicembre scorso, la Regione Lombardia ha riconosciuto la possibilità per le persone con disabilità di poter contare su un assistente personale autogestito come condizione fondamentale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e secondo la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) si tratta di un primo passo per rispondere alle esigenze e alle richieste di molte persone con disabilità. «Con questa Delibera – si legge infatti in una nota diffusa dalla stessa LEDHA -, la Giunta Regionale ha definito il quadro di riferimento necessario per consentire alle persone con disabilità di poter contare su questo importante sostegno per poter attuare quanto indicato dal loro Progetto di Vita. Si tratta di un atto previsto dalla Legge Regionale 25/22 (Politiche di welfare sociale regionale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all’inclusione sociale di tutte le persone con disabilità) che, ricordiamo, è nata proprio su nostro impulso e dell’intera nostra rete associativa».

«Grazie a quella norma – proseguono dalla LEDHA – “il diritto alla vita indipendente è trasversale alle politiche regionali intersecando quelle di carattere sociale e socioassistenziale, sociosanitario, sanitario, quelle di supporto all’inclusione scolastica e lavorativa, quelle relative all’accessibilità, alla mobilità e alla piena partecipazione alla vita sociale e politica”. Non deve quindi stupire che anche la visione dell’assistente personale diventi più ampia di quanto non sia stata spesso pensata fino ad ora. Egli viene infatti definito come “una persona scelta direttamente dalla persona con disabilità, incaricata di fornire nelle attività quotidiane, con l’obiettivo di favorire l’autonomia e l’inclusione, nonché la gestione del proprio progetto di vita”. Il suo ruolo esce quindi dal solo àmbito domestico, per essere definito come sostegno per la vita della persona con disabilità in tutte le situazioni e gli ambienti in cui possa essere necessario. Nel contesto del Progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato, previsto sia dalla normativa regionale che da quella nazionale, l’assistente personale può pertanto essere identificato come “un lavoratore preposto a liberare tutte quelle potenzialità e a svolgere tutte quelle azioni che la persona con disabilità non potrebbe compiere da sola, nonostante gli strumenti e ausili tecnologici già disponibili”».

La recente Delibera sull’assistente personale evidenziata dalla LEDHA segue il percorso di avvio e implementazione dei 32 Centri per la Vita Indipendente attivi sul territorio regionale e contribuisce a sostenere i cambiamenti già in atto nel sistema di welfare sociale regionale lombardo. «Salutiamo dunque molto positivamente questa iniziativa regionale – concludono dalla Federazione lombarda -, auspicando che le risorse già stanziate siano rapidamente messe a disposizione dei Comuni e degli Ambiti Territoriali Sociali e che possano essere poi incrementate in base alle richieste che arriveranno. Riteniamo altresì necessario che l’applicazione di questa Delibera venga accompagnata da un’adeguata attività di informazione alle persone con disabilità e ai loro familiari, così come da una altrettanto adeguata attività di ricerca e sostegno alle persone che già svolgono o che siano interessate a svolgere la professione dell’assistente personale. Si tratta ovviamente di un punto di partenza su cui continuare a lavorare, per fare in modo che il diritto all’autodeterminazione della persona con disabilità sia effettivamente riconosciuto, anche attraverso l’autogestione del proprio assistente personale, evitando il rischio di utilizzo improprio delle risorse previste e valorizzando, al contrario questa importante opportunità». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it.

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