I bambini e le bambine con disabilità sono sempre “i più vulnerabili tra i vulnerabili”

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«I bambini più piccoli, quelli con disabilità e quelli che vivono in situazioni di crisi sono particolarmente vulnerabili»: lo si legge nel rapporto “La condizione dell’infanzia nel mondo 2025: porre fine alla povertà dei bambini – Il nostro imperativo comune”, pubblicato dall’UNICEF oggi, 20 novembre, in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, documento che analizza anche la situazione di 37 Paesi ad alto reddito

«I bambini più piccoli, quelli con disabilità e quelli che vivono in situazioni di crisi sono particolarmente vulnerabili»: è quanto emerge con chiarezza dal rapporto La condizione dell’infanzia nel mondo 2025: porre fine alla povertà dei bambini – Il nostro imperativo comune, pubblicato dall’UNICEF oggi, 20 novembre, in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, documento secondo il quale più di 1 bambino su 5 nei Paesi a basso e medio reddito, ovvero 417 milioni, si trova in condizioni di grave deprivazione in almeno due aree fondamentali per la sua salute, il suo sviluppo e il suo benessere.
«I bambini e le bambine che crescono in condizioni di povertà e sono privati di beni essenziali come una buona alimentazione, servizi igienici adeguati e una casa – commenta Catherine Russell, direttrice generale dell’UNICEF – subiscono conseguenze devastanti per la loro salute e il loro sviluppo». «Ma non deve essere per forza così – aggiunge -: quando infatti i Governi si impegnano a porre fine alla povertà dei bambini attuando politiche efficaci, possono aprire un mondo di possibilità».

I tassi più elevati di povertà multidimensionale tra i bambini secondo il rapporto dell’UNICEF, si concentrano segnatamente nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale, ma colpisce, nel documento, anche quanto emerge dall’analisi su 37 Paesi ad alto reddito secondo cui, in essi, circa 50 milioni di bambini/bambine vivono in condizioni di povertà monetaria relativa, il che significa che il loro nucleo familiare ha un reddito significativamente inferiore rispetto alla maggior parte degli altri. Sebbene poi tra il 2013 e il 2023 in quei 37 Paesi la povertà sia diminuita in media del 2,5%, in molti casi i progressi hanno subìto una battuta d’arresto o addirittura un’inversione di tendenza. In Francia, Svizzera e Gran Bretagna, ad esempio, la povertà dei bambini/bambine è aumentata di oltre il 20%.

Sull’Italia si sofferma Nicola Graziano, presidente di UNICEF Italia: «Nel nostro Paese il tasso di povertà monetaria relativa dei bambini/bambine era circa al 25% fra il 2013 e il 2018, sceso al 23,2% nel 2023. Gli standard di vita fra il 2018 e il 2023 sono migliorati dell’8,6%, mentre la povertà di reddito relativa è migliorata del 5,3%. Nel 2024 i bambini/bambine nel nostro Paese che vivevano in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale erano il 5,7%, un dato in forte calo rispetto al 2015. Tuttavia, nel 2022 il 32,9% dei ragazzi/ragazze di 15 anni in Italia non disponeva di una stanza per sé».

Il rapporto dell’UNICEF, va anche sottolineato in conclusione, arriva in un momento in cui molti Governi in tutto il mondo stanno riducendo gli aiuti esteri. In tal senso, secondo «The Lancet», i tagli agli aiuti allo sviluppo potrebbero «causare la morte di 4 milioni e mezzo di bambini/bambine sotto i 5 anni entro il 2030». Allo stesso tempo, recenti stime dell’UNICEF mostrano che i tagli potrebbero lasciare ulteriori 6 milioni di bambini fuori dalla scuola entro il prossimo anno. (S.B.)

A questo link è disponibile (in inglese) il testo integrale del rapporto UNICEF, a quest’altro link una sintesi di esso in italiano. Qui, infine, è disponibile (in inglese) un’analisi sulla povertà dei bambini/bambine nei Paesi ad alto reddito. Per altre informazioni: press@unicef.it.

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