Il Festival delle Abilità ancora una volta ha reso l’inclusione una festa, una realtà vissuta e condivisa

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Anno dopo anno, il Festival delle Abilità di Milano, di cui Superando è ormai tradizionalmente media partner e del quale torniamo a parlare con particolare piacere, un po’ di settimane dopo la sua conclusione, si sta confermando non solo come un importante evento culturale, ma anche come un laboratorio di futuro, dove «l’arte e la disabilità – come ben sottolineano i promotori – si fondono in un’unica esperienza di bellezza, espressione e diritti condivisi»

È con particolare piacere che a distanza di un po’ di settimane dalla conclusione, torniamo a dare spazio a un bilancio della sesta edizione del Festival delle Abilità di Milano, progetto culturale e inclusivo che anche quest’anno, dal 13 al 21 settembre, ha animato gli spazi della Cascina Chiesa Rossa e della Biblioteca Civica di Milano, una manifestazione di cui ormai tradizionalmente Superando è media partner, vissuta tra incontri, mostre, spettacoli e laboratori, all’insegna di una partecipazione emozionante e profondamente trasformativa, che ha confermato la vocazione stessa del Festival: rendere l’inclusione una festa, una realtà vissuta e condivisa.
Anno dopo anno, dunque, il Festival delle Abilità si sta confermando non solo come un importante evento culturale, ma anche come un laboratorio di futuro, dove «l’arte e la disabilità – come ben sottolineano i promotori – si fondono in un’unica esperienza di bellezza, espressione e diritti condivisi».

Promosso come sempre dalla Fondazione Mantovani Castorina, in collaborazione con la Biblioteca di Chiesa Rossa di Milano e avvalendosi del patrocinio del Comune di Milano, del Consiglio Regionale della Lombardia, della Fondazione Cariplo e della Fondazione Pio Istituto dei Sordi di Milano, oltreché con la main sponsorhip di ENI, il Festival di quest’anno ha potuto contare su oltre 3.000 presenze e più di 30 appuntamenti a partecipazione gratuita, fruibili anche in streaming e resi accessibili attraverso sottotitoli, traduzione in LIS, audiodescrizioni e materiali multisensoriali.
Il tema scelto per quest’anno, ossia La Libertà. Liberi di vivere come tutti, proposto ed esplorato sotto la direzione artistica di Vlad Scolari, è stato il filo conduttore di ogni evento, dialogo e performance, richiamando il pensiero e l’eredità di Franco Bomprezzi, pioniere dei diritti delle persone con disabilità, oltreché, tra l’altro, direttore responsabile di Superando dal 2004 fino alla sua scomparsa nel 2014. Libertà come diritto di partecipare, di scegliere, di esprimersi senza ostacoli o autorizzazioni: una libertà accessibile, concreta, quotidiana.
«Anche quest’anno – sottolinea Simone Fanti, direttore della Fondazione Mantovani Castorina – abbiamo dimostrato che l’accessibilità non è un’eccezione, ma una possibilità concreta per tutti e che il Festival delle Abilità è una festa in cui le differenze non spariscono, ma diventano valore condiviso, un luogo dove la cultura è partecipazione vera, e la libertà si manifesta nei gesti, nei linguaggi e nei sorrisi di chi si sente finalmente incluso».

Grazie al materiale messo a disposizione dall’ottimo Ufficio Stampa della manifestazione, ripercorriamo ora alcuni tra gli eventi principali proposti in settembre, dalle mostre fotografiche e pittoriche, che hanno raccontato corpi e storie non conformi con intensità e verità, ai talk sulla libertà di accesso alla cultura, ai laboratori per bambini e famiglie, fino agli spettacoli teatrali e musicali.
Tra i momenti più partecipati, le esposizioni Clelia, JUST PEOPLE – Freedom, Disability Glam, I Mondi di Davide Cattaneo e D come Donna, che hanno raccontato la bellezza delle differenze; le performance teatrali La ballata di Romilda, Romanzo di un’Anamnesi e Lo Zio Leo, che hanno dato voce a storie di resilienza e identità, e il duo comico Marangio Comics, con Lello Marangio e Lino Barbieri, che con ironia hanno affrontato temi legati alla vita in carrozzina.
E ancora, gli spettacoli musicali, tra cui il Coro Mani Bianche del Veneto, la lezione-concerto My Wonderland di Claudio Orfei, e la danza sperimentale di Red Fryk Hey, che hanno portato in scena linguaggi nuovi, emozioni autentiche e partecipazione intergenerazionale, senza dimenticare i momenti di dialogo e confronto, come Sguardi Liberi, seguito dalla proiezione del cortometraggio Non siamo invisibili, ideato da Stefania Unida, divulgatrice scientifica con la sclerosi multipla, che ha voluto dar voce, attraverso questo progetto, a chi ha la sua stessa malattia e spesso si sente invisibile.

Tra i momenti più intensi e significativi del Festival, vi è stato poi il talk Libertà è partecipazione, che ha acceso i riflettori su un tema tanto urgente quanto sin troppo sottovalutato, quale l’accessibilità agli eventi culturali, artistici e musicali per le persone con disabilità. Sul palco, a confrontarsi, anche le voci di Giorgia Meneghesso, cantante, attivista e portavoce del movimento Live for All, Giovanni Cupidi, autore e attivista per i diritti delle persone con disabilità, e Valentino Picone, comico e volto amato del grande pubblico, da tempo impegnato sul fronte dell’inclusione e con il collega Salvatore Ficarra, del duo Ficarra & Picone, tra i primi firmatari del manifesto Live for all.
«Live for All – ha raccontato Meneghessoè nato per dare libertà agli eventi. Ci siamo ritrovati un anno fa, dopo che Lisa Noja aveva raccontato la sua esperienza. Da allora, abbiamo condiviso storie, confrontato realtà, parlato con associazioni e fruitori. Ne è emersa una verità scomoda: partecipare a un concerto o a un festival, per chi ha una disabilità, è ancora un percorso a ostacoli. Dalla prenotazione dei biglietti alla richiesta dei documenti di invalidità, dal parcheggio all’accompagnatore, infatti, ogni passaggio è un inciampo, una barriera invisibile che scoraggia. Abbiamo raccolto centinaia di segnalazioni di discriminazioni sistemiche. Abbiamo persino portato queste istanze in Senato, perché la libertà di partecipare non può più dipendere dalla buona volontà di un singolo organizzatore».
«Mi è capitato – ha affermato Cupidi – di essere confinato in aree transennate da cui non si vedeva nulla del concerto. A volte ti separano dagli amici, perdi completamente l’esperienza collettiva. Ricordo l’Arena di Verona come una delle esperienze peggiori, eppure è un tempio della musica italiana. Ma anche esperienze positive, come quella del Jova Beach Party: grazie a un rapporto umano con Lorenzo Jovanotti, sono stato coinvolto direttamente e si è lavorato concretamente per rendere accessibile la pedana. Questo dimostra che, con volontà e ascolto, si può fare».
«Cupidi – ha concluso Picone – è il nostro faro su questi temi, perché spesso noi artisti non sappiamo davvero cosa accade tra il pubblico. Non per cattiveria, ma per distrazione o abitudine. Io stesso ho lavorato su film e progetti senza pensare all’accessibilità. Ora non possiamo più ignorarlo: l’inclusione dev’essere parte integrante del progetto, non un’aggiunta».
Pertanto, il manifesto Live for All, portato sul palco del Festival delle Abilità, non ha coinciso solo con una denuncia, ma con un invito concreto a ripensare l’organizzazione degli eventi culturali, per renderli veramente aperti, partecipativi e giusti.

In conclusione, l’appuntamento è ora per il nono Festival delle Abilità del 2026, con una nuova edizione e nuove domande da porre, «perché la libertà – come viene spesso ricordato -, al pari dell’inclusione, non è mai un punto d’arrivo, ma un processo da costruire insieme». (S.B.)

A questo, questo e questo link i testi già dedicati da Superando al Festival delle Abilità 2025. Per ulteriori approfondimenti: festivaldelleabilita@gmail.com (Roberta Curia; Francesca Favotto).

 

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