Il sig. Trump nella conferenza stampa sul terribile incidente aereo di mercoledì sera sul fiume Potomac sui cieli di Washinton - che ha visto la morte dei 67 passeggeri, coinvolti nello schianto tra un aereo civile ed un elicottero militare, rispetto ai quali esprimiamo in nostro più vivo cordoglio - sembrerebbe essersi spinto a mettere in relazione l’incidente con il fatto che a causa del Programma Dei (Diversity, Equity, Inclusion) i suoi predecessori avessero portato all’assunzione di persone non qualificate, con disabilità fisiche o psichiche, come controllori di volo. Affermazioni gravissime, queste, che non possono passare sotto silenzio. Infatti, le stesse, anche alla luce del fatto che sono pronunciate dal “personaggio”, da molti considerato più potente del mondo, sono foriere di alimentare stigmi e pregiudizi nei confronti delle persone con disabilità in tutto il mondo.
Inoltre, da quanto si apprende dalla stampa, sembrerebbe che il Presidente USA avrebbe deciso di mettere in congedo retribuito, in vista di un successivo licenziamento, il personale federale che si occupa di diversità, equità ed inclusione (https://alleyoop.ilsole24ore.com/2025/01/23/trump-diversita/).
L’Agenzia Nazionale Anffas Antidiscriminazione non ha alcun dubbio: se tali affermazioni fossero state pronunciate in Italia avrebbero configurato, ai sensi e per gli effetti della legge n. 67 del 1° marzo 2006, una vera e propria discriminazione e questo non solo nella forma della discriminazione diretta, di cui all’art. 2, comma 2, di tale legge. Infatti, il successivo comma 4 del medesimo articolo così recita: “Sono altresì considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti”. Per non parlare, poi, degli eventuali profili penalistici che, nel nostro ordinamento, potrebbero essere rilevanti
Ma nella evoluta e democratica America forse questi principi non sono così presenti, sicuramente non lo sono nei pensieri del Suo Presidente, recentemente eletto. Ci chiediamo se questo signore, forse nell’intento di attaccare i suoi predecessori e “nemici politici”, abbia chiaro il danno causato dalle sue affermazioni a livello globale. Inoltre, ricordiamo che gli Stati Uniti di America sono tra i firmatari della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, e pertanto ci chiediamo: in quanto tali, non sono forse tenuti a darne piena attuazione a partire dal loro Presidente?
Come può il Presidente degli Stati Uniti d’America non ricordare che Franklin Delano Roosevelt, storico Presidente degli Stati Uniti, era una persona con disabilità o come può non essere informato del fatto che il suo attuale maggiore sostenitore Elon Mask avrebbe dichiarato di convivere da sempre con la sindrome di Asperger (sindrome questa classificata tra i disturbi del neurosviluppo)?
Si rivolgeva anche a loro nel momento in cui additava quali responsabili del disastro persone con disabilità fisiche o psichiche, indicandole come inadatte e perfino pericolose nel momento in cui sono chiamate a svolgere un’attività lavorativa?
Solo pochi giorni fa abbiamo celebrato la Giornata della Memoria legata anche alla terribile vicenda di Aktion T4 che vedeva il regime Nazista decidere di procedere alla soppressione di migliaia di persone con disabilità affermando che “Chi non è in grado di produrre pane non ha diritto di mangiare pane”: nei confronti delle persone con disabilità, che evidentemente rappresentavano per questi mostri l’esatto contrario della “purezza della razza”, veniva così predisposta ed attuata scientificamente una campagna d’odio dalla quale, poi, è stato facile per i nazisti passare al vero e proprio sterminio.
Non sappiamo quanto involontariamente ma temiamo che sui temi della disabilità si stia tornando molto indietro. Questa vicenda è emblematica e questo ci preoccupa non poco. Motivo per cui facciamo appello affinché, a tutti livelli, si reagisca alle inopportune affermazioni del presidente Trump, assumendo chiare posizioni. Questo a partire dai massimi esponenti del nostro Governo.
Anffas, ove Trump non provvederà a rettificare e chiarire le sue affermazioni – sarebbero gradite anche le sue scuse – in segno di protesta, valuterà se fare parte o meno della delegazione italiana che nei prossimi mesi si dovrebbe recare a New York per un incontro sui temi della disabilità, in sede Onu.
ANFFAS LOMBARDIA ETS
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