Scuola: cosଠse il Governo non interviene l'inclusione scolastica rischia di peggiorare

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La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap condivide le preoccupazioni espresse negli scorsi giorni dalla Società Italiana di Pedagogia sulla formazione degli insegnanti di scuola secondaria e in relazione alla vicenda del Decreto Legge n.36/22 già convertito nella Legge n.79/22.

Come si ricorderà, la Legge prevede l’obbligo di formazione iniziale dei docenti attraverso il conseguimento di 60 crediti universitari da conseguire subito dopo la laurea. Da tempo, FISH e SIPES chiedono che una buona parte di questi crediti siano dedicati alla pedagogia e alla didattica speciale. Ciò per evitare la delega dei docenti curriculari ai soli docenti di sostegno per l’attuazione del piano educativo individualizzato dei singoli alunni con disabilità.

Così oggi FISH prende parola attraverso il suo presidente, Vincenzo Falabella, sottolineando che «proprio tale delega costituisce una violazione della normativa inclusiva che vuole pienamente compartecipi della didattica anche i docenti curriculari», ed aggiungendo che «questo ha prodotto un notevole incremento nella richiesta delle ore di sostegno, poiché senza di esse gli alunni con disabilità rischiano di rimanere abbandonati a sé stessi».

Già, perché, prosegue il presidente FISH: «nonostante la Legge n.79 ribadisca la volontà di una scuola inclusiva capace di corrispondere ai bisogni delle persone con disabilità e con problemi di apprendimento, tuttavia non si comprendono le modalità attraverso cui gli insegnanti possano acquisire le competenze idonee, dato che nel testo è previsto che solo 10 crediti formativi debbano riguardare la pedagogia e la didattica; così che il rischio è che quelli riguardanti la pedagogia e la didattica speciale si riducano ad un numero insignificante».

Dunque, la FISH chiede nuovamente al Governo di intervenire, condividendo le preoccupazioni espresse dalla Società Italiana di Pedagogia, ed auspicando che in sede di emanazione dei decreti applicativi la situazione possa essere sanata, perché altrimenti l’inclusione scolastica nelle scuole secondarie continuerà ad essere problematica, anzi, rischierà di peggiorare, dicono gli esperti.

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