Odontoiatria speciale, garantire percorsi di cura per tutti

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Con il "Progetto sorriso" la Società italiana di odontostomatologia per l’handicap chiede di garantire presa in carico e percorsi ad hoc per le persone con disabilità all'interno delle strutture pubbliche

Garantire alle persone con disabilità complessa, che non riescono o non possono accedere ai servizi di cura convenzionali, l’accesso alle cure odontoiatriche e ai percorsi di prevenzione. È questo l’obiettivo di “Progetto sorriso – Odontoiatria speciale dell’età evolutiva e dell’adulto”, un’iniziativa promossa dalla Società italiana di odontostomatologia per l’handicap (Sioh) e presentata in occasione del XXI congresso nazionale, che si è svolto a Padova dal 7 al 9 ottobre.

“A oggi sono poche decine in tutta Italia le strutture per la cura odontoiatrica dedicate ai pazienti con disabilità complesse -spiega Daniela Rovaron, coordinatrice della commissione “Rapporto con le associazioni di volontariato”-. Queste strutture sono sempre più necessarie perché quelle esistenti non sono sufficienti a dare una risposta all’enorme domanda. Che arriva non solo dal territorio o dalle province limitrofe, ma in alcuni casi anche da fuori regione. Nel presidio di Carate Brianza, dove lavoro, capita che arrivino pazienti persino dalla Puglia o dalla Sicilia”.

La gestione dei pazienti con disabilità complesse nel momento in cui si avvicinano alla sedia del dentista può essere particolarmente difficile. Uno dei principali problemi, sottolinea Rovaron, è la mancanza di collaborazione da parte del paziente che può richiedere, in alcuni casi, la sedazione. Ci sono poi casi in cui la presenza di comorbidità può determinare ulteriori problemi, oltre alle specificità legate alla gestione dei pazienti in età pediatrica. Ultima, ma non meno importante, l’esigenza di personale formato nella gestione di pazienti con disabilità fisica, motoria e intellettiva. “Servono spazi dedicati, con percorsi ad hoc per questi pazienti, all’interno delle strutture sanitarie territoriali per garantire a tutti i pazienti il diritto alla salute”, aggiunge Rovaron.

La richiesta è quelal di implementare e realizzare ambulatori specialistici con personale sanitario formato per soggetti fragili con bisogni “speciali”; realizzare percorsi privilegiati al fine di garantire un accesso agevole accogliendo l'utente in ambienti adeguati, sereni e protetti, trasmettendo fin dal primo accesso un senso di attenzione, funzionalità e sicurezza.

La presenza di più centri diffusi sul territorio permetterebbe non solo di dare risposta in maniera più rapida ed efficace alle emergenze, ma soprattutto di prevenire queste situazioni attraverso il mantenimento di standard di igiene orale adeguati. “Una buona prevenzione, con visite di controllo regolari può evitare l’insorgenza di patologie dolorose per il paziente e che con il passare del tempo possono portare alla perdita dei denti o a disturbi più complessi da gestire. Inoltre, una buona prevenzione permette di ridurre i costi”, sottolinea Rovaron.

La richiesta della Società italiana di odontostomatologia per l’handicap è che tutte le Regioni italiane, a partire da Regione Lombardia, si facciano carico di dare una risposta a questi bisogni all’interno del sistema sanitario pubblico. “Mi piacerebbe poi che anche all’interno delle università ci fosse un percorso formativo dedicato all’odontoiatria speciale: tutto quello che sappiamo, noi lo abbiamo imparato sul campo”, conclude Rovaron.

Il progetto ha il patrocinio di diverse associazioni di persone con disabilità tra cui la Lega del filo d'oro, Uildm, LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità, LEDHA Monza e Brianza, Unitalsi Lombardia e Vivi Down.

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