Progetto di vita al centro: nuovi modelli di gestione per Sfa e Cse

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LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità accoglie con favore l'adozione della nuova Dgr di Regione Lombardia sul funzionamento delle unità di offerta socio-assistenziali per le persone con disabilità

Il 4 ottobre 2021 la Giunta regionale ha approvato la Dgr 5320 con cui Regione Lombardia ha dato indicazioni sul funzionamento delle unità di offerta socio-assistenziali per le persone con disabilità, in particolare i Servizi di formazione all’autonomia (Sfa) e i Centri socio-educativi (Cse) in analogia con quanto già fatto per le strutture socio-sanitarie.

LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità accoglie con favore l’adozione di questa Dgr che pone al centro la tutela del benessere delle persone con disabilità attraverso la realizzazione del loro “Progetto di vita” e il mantenimento di un rapporto con il contesto di appartenenza. La Dgr sottolinea come durante l’emergenza Covid-19 sono emerse delle buone prassi “che hanno consentito alle persone con disabilità di fruire dei servizi diurni con modalità innovative”. A partire da questa considerazione “si è ritenuto avviare una riflessione sul modello di offerta di servizi nell’area disabilità rinforzando e sosteneno, in via sperimentale, un’articolazione degli interventi maggiormente aderente alle progettualità individuali di tempo di vita delle persone”.

In altre parole: la pandemia da Covid-19 ha costretto il mondo delle unità di offerta socio-assistenziali a ripensarsi nuove forme di presa in carico. Uscendo dai centri -intesi come spazi fisici in cui nell’arco di un determinato numero di ore si svolge tutta l’attività delle persone con disabilità- per sperimentare nuove forme di presa in carico, nuove attività progettuali da svolgere in luoghi e spazi diversi.

La pandemia da Covid-19 è stata un’occasione per cambiare (in meglio) il funzionamento di Sfa e Cse. Un cambiamento che viene confermato da Regione Lombardia: i vecchi modelli di intervento centralizzati -che richiedono orari uguali per tutti e l'allontanamento dai luoghi di vita- devono quindi lasciare spazio a un nuovo modello fondato sulla progettazione individuale, sull'inclusione sociale.

Un modello orientato più sui contenuti che sul contenitore e che prevede l'abbandono del modello scolastico per andare verso nuovi Centri multiservizi che abbiano come cardine il Progetto individuale e quindi il coinvolgimento della persona, della sua famiglia, del Comune e dell'Asst (Valutazione multidimensionale) oltre all'ente gestore del servizio. Un modello in cui si prevede, ad esempio, che le attività fuori dal Centro abbiamo una forte attenzione al contesto perché "si tratta di restituire le persone alla propria realtà e ridare la propria realtà alle persone". 

Si invitano e si danno indicazioni agli enti gestori di ripensare il proprio modello di intervento, prevedendo quindi che non tutte le persone frequentino insieme lo stesso centro ma che ci sia una differenziazione degli orari e dei giorni di apertura, l’utilizzo di spazi complementari, sia in forma alternativa (cioè altri luoghi dove svolgere le attività del centro) ma soprattutto indicando la possibilità di utilizzare gli spazi della comunità come musei, mostre, palestre,…

LEDHA e molte altre associazioni impegnate nella tutela dei diritti delle persone con disabilità da anni chiedevano un cambiamento di questo tipo, che mettesse la persona con disabilità al centro del progetto. Per questo motivo il provvedimento varato dalla Giunta di Regione Lombardia rappresenta una novità importante: da oggi Cse e gli Sfa hanno l’occasione e la possibilità di offrire un servizio tagliato su misura dei desideri, dei bisogni, delle aspettative e dei progetti di vita della persona con disabilità. Mettendo al centro il suo diritto alla vita indipendente a all’inclusione sociale.

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