L’inclusione si fa solo insieme: il bilancio della prima fase

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«Da questi primi mesi è emerso come il cambiamento del modello di welfare sociale lombardo per la disabilità sia necessario e urgente, perché non riesce a permettere alle persone con disabilità di poter scegliere cosa fare della propria vita e di partecipare pienamente alla vita sociale»: lo dicono dalla Federazione lombarda LEDHA, tirando le somme della prima fase della campagna “L’inclusione si fa solo insieme”, voluta per presentare a più persone possibili la Legge Regionale che ha riconosciuto il diritto alla vita indipendente e all’inclusione sociale di tutte le persone con disabilità.

Un vero e proprio “giro della Lombardia” di circa novanta tappe, con focus group ed eventi di formazione e informazione, per presentare alla maggior parte delle persone la Legge Regionale della Lombardia 25/22 (Politiche di welfare sociale regionale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all’inclusione sociale di tutte le persone con disabilità), facendo emergere quali possano essere i cambiamenti possibili per renderne effettiva l’implementazione: avevamo presentato così, nella primavera scorsa, la campagna itinerante L’inclusione si fa solo insieme, promossa dalla LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e realizzata in collaborazione con CSVnet Lombardia, la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), il Forum Terzo Settore Lombardia e il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano Bicocca.

La prima fase dell’iniziativa si è conclusa dopo tre mesi di attività, che si è articolata su diciannove incontri (nove focus group, quattro seminari pubblici e sei incontri di altra natura) ai quali hanno partecipato in tutto 489 persone., mentre i questionari hanno ottenuto 90 risposte.

«Da questi primi tre mesi di confronto – spiegano dalla LEDHA – è emerso come il cambiamento sia necessario e anche urgente. L’attuale modello di welfare sociale lombardo per la disabilità riesce infatti, pur non senza problemi e fatiche, a garantire un certo livello di assistenza e di cura per le persone che riescono ad accedere al sistema dei servizi e tuttavia, questo supporto non riesce a permettere alle persone con disabilità di poter scegliere cosa fare della propria vita e di partecipare pienamente alla vita sociale. Un sistema di sostegni, servizi e prestazioni che appare dunque urgente riformare, ma con il timore di non vedere cambiamenti significativi o peggio di dover rinunciare a quanto oggi si dà per acquisito». (S.B.)

A questo link è disponibile il rapporto completo sulla prima fase di attività nell’àmbito della campagna L’inclusione si fa solo insieme. Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@ledha.it.

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