La disabilità non sono le persone ma ciò che le circonda

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«La disabilità non sono le persone ma ciò che le circonda. Ad esempio gli scalini del marciapiede fatti male»: è in fondo questa è una delle chiavi principali di lettura della stessa Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ma è bello che ad esprimersi in questo modo sia uno dei tanti ragazzi, con e senza disabilità, che hanno contribuito, tramite i loro liberi pensieri, al libro “Disabile a chi?!?”, recentemente pubblicato dall’Associazione lombarda Mai Paura

“La persona” e “le emozioni” sono gli ingredienti principali del libro Disabile a chi?!?, pubblicato di recente da Mai Paura Associazione di Busto Arsizio (Varese) di cui avevamo già parlato qualche tempo fa su queste stesse pagine. Il volume consiste in una sorta di raccolta di pensieri sulla disabilità, scritti da alcuni ragazzi con disabilità di Mai Paura e da loro coetanei “normodotati” della scuola.
Volutamente non è stato messo nessun riferimento, tranne il nome, il chi siano, il che cosa facciano, se sono giovani con disabilità o senza non importa; ciò che conta è la loro visione del mondo, delle abilità, della disabilità, delle possibilità e del futuro. Quest’ottica nasce dal presupposto secondo il quale essere disabile non significa non poter fare delle cose, ma vuol dire che si possono fare in modo diverso da quelli che la società di oggi classifica normali; significa che l’accettazione delle proprie difficoltà può diventare una ricchezza che aiuta ad andare avanti nella vita; significa, inoltre, che una disabilità non rende diversi dagli altri.
I vari contributi, dunque, sono stati pubblicati così come pervenuti dai ragazzi, senza correzioni o modifiche. Abbiamo scelto qui di seguito alcuni tra i pensieri più significativi, anche se la selezione è stata tutt’altro che facile perché tutti hanno un contenuto di alto valore.

Martina: «Ciao sono Martina, ho 12 anni e sono autistica, abito a Busto Arsizio sono brava a pattinare e a nuotare, amo passeggiare, andare in bicicletta, fare le attività con i miei amici dei progetti fantasia. Mi piacerebbe andare a Parigi, tornare in Puglia e visitare altri posti. Mi vedo bellissima, tranquilla e serena. Non so che cos’è la disabilità per me».

Nina: «Cosa significa essere disabili? Non riesco a dare una definizione di disabilità se non pensando a chi la natura non ha dato le stesse possibilità. Ma un rosa non può definirsi tale anche se ha lo stelo spezzato o petali appassiti? In un mondo senza pregiudizi questa rosa sarebbe messa in un vaso insieme a tutte le altre, ma nella vita reale, purtroppo non è così! La disabilità rende le persone che sono portatrici meno autonome nello svolgere attività quotidiane e purtroppo, spesso partono in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale rendendoli ancora più lontani dalla normalità. Mi auguro che in un futuro la vita di queste persone possa essere resa più facile dai progressi della medicina o dall’eliminazione delle barriere architettoniche o più semplicemente dal buon cuore delle persone al fine di eliminare le distanze perché non esiste la normalità ma la vita è fatta nelle tante diversità».

Leonardo: «Tu non sei come me, tu sei diverso ma non sentirti perso. Anche io sono diverso siamo in due, se metto le mani con le tue certe cose so fare io e altre tu e insieme sappiamo fare anche di più. Tu non sei come me, sono fortunato davvero ti sono grato perché non siamo uguali vuol dire che tutti e due siamo speciali!».

Giorgia: «A volte vedo gli altri correre da farmi con i pensieri inariditi che fingono di capirmi con il loro falso compianto di chi non vola o peggio non ha mai volato. Così come per magia un uomo dall’anima nobile in sedia a rotelle riesce a correre e a volare lontano. RISPETTAMI».

Ginevra: «La disabilità è  un pensiero inesistente».

Erik: «Una persona disabile non è diversa da me, le persone sono tutte uguali».

Mattia: «Per me la disabilità non sono le persone disabili ma ciò che le circonda. Ad esempio gli scalini del marciapiede fatti male. Secondo me la differenza tra me e un ragazzo disabile è che io posso fare delle cose che lui non può fare ma lui può fare anche cose che io non posso fare. La disabilità non sono le persone ma ciò che le circonda».

Federico: «Per me la disabilità è un problema fisico che rende la vita più impegnativa. Un disabile deve avere più sostegno in cose che noi facciamo giornalmente».

Davide: «Per me la disabilità è un peso negativo in più che può avere una persona nella sua vita. Secondo me tra me e un ragazzo disabile se non per gli ostacoli e le difficoltà che possa trovare non c’è differenza. # LA DISABILITA’ NON E’ CONTAGIOSA, L’IGNORANZA SI».

Leggendo questi pochi messaggi dei ragazzi, in linea con tutti gli altri contenuti nel libro, invitiamo i lettori a porsi la domanda «Chi tra questi ragazzi è con disabilità?». La risposta è difficile da dare. Ma forse neanche importa.

Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “‘Una rosa resta rosa anche con lo stelo spezzato…’. I pensieri liberi dei ragazzi sulla disabilità” e viene qui ripreso – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

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