Autismo, ragazzi più autonomi con realtà virtuale e realtà aumentata

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Presentati i risultati del progetto 5A: Politecnico di Milano con Fondazione Sacra Famiglia e IRCCS E. Medea - Associazione La Nostra Famiglia grazie al contributo di Fondazione TIM

In caso di autismo, sperimentare esperienze nella realtà virtuale può aiutare a essere più autonomi poi in quella reale, grazie anche alla realtà aumentata e alle tecnologie immersive. E’ questo, in estrema sintesi, il risultato a cui si è giunti dopo due anni del progetto 5A (Autonomie per l'Autismo Attraverso realtà virtuale, realtà Aumentata e Agenti conversazionali) realizzato dal Politecnico di Milano con Fondazione Sacra Famiglia e IRCCS E. Medea - Associazione La Nostra Famiglia, grazie al contributo di Fondazione TIM, i cui esiti sono stati presentati oggi, in occasione della prossima Giornata Mondiale della Consapevolezza sull'Autismo del 2 aprile.

OBIETTIVO DI RICERCA: MAGGIORE AUTONOMIA
L’obiettivo del progetto 5A era sperimentare metodi e tecnologie che permettano i giovani con ASD di essere il più possibile autonomi nella vita quotidiana. In particolare, in questa fase il lavoro si è posto come contesto da analizzare la mobilità cittadina, esplorando soluzioni tecnologiche innovative finalizzate a migliorare l'autonomia dei giovani con Disturbi dello Spettro Autistico nell’utilizzo dei mezzi pubblici in modo più sicuro e consapevole, mediante l'uso di Realtà Virtuale, Realtà aumentata e Agenti Conversazionali.

REALTÀ VIRTUALE, REALTÀ AUMENTATA E AGENTI CONVERSAZIONALI
La Realtà Virtuale permette alla persona di esercitarsi nell'uso dei mezzi pubblici, "immergendosi", attraverso un visore indossabile, in un ambiente digitale che simula spazi e attività tipiche dell'uso di treno e metropolitana.

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