Gli italiani conoscono poco il mondo della disabilità 

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Il 63% pensa che la divulgazione sul tema sia insufficiente, per il 79% i media non danno abbastanza spazio al tema. È quanto emerge dal sondaggio realizzato da SWG e presentato in occasione della cerimonia di consegna del Premio Bomprezzi

Le persone con disabilità sono state colpite duramente dalla pandemia, sia lo Stato che i cittadini non fanno abbastanza per la loro l’inclusione, le famiglie hanno in media un reddito basso e scivolano verso la marginalità a causa di fattori di rischio come il mantenimento della persona con disabilità e l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. L’atteggiamento verso la disabilità è improntato alla “sensibilità” e alla solidarietà, ma restano forti gli approcci ostili e distanti. Oltre un terzo dei cittadini italiani ha assistito a episodi di discriminazione. Allo stesso tempo i media ignorano il tema della disabilità per la stragrande maggioranza degli italiani (79%) e in Italia nella società c’è limitata attenzione sulle principali esigenze e diritti delle persone con disabilità.

È il quadro che emerge dall’indagine condotta da SWG con il primo rapporto dell’osservatorio “Cittadini e disabilità” a cura di SWG sulla percezione da parte dell’opinione pubblica della realtà della disabilità, presentato venerdì 3 dicembre a Milano in occasione della cerimonia di consegna del Premio Bomprezzi a Milano.

Un mondo che riguarda e investe oltre il 15% degli italiani ma che si rivela poco conosciuto dal resto della popolazione. Il 63% degli italiani pensa che la divulgazione sulla disabilità sia insufficiente e il 79% ritiene che i media non diano spazio al tema, per avere informazioni scelgono l’azienda sanitaria locale (20%), internet (18%) e il medico di base (14%). La scarsa conoscenza della disabilità si accompagna ad una valutazione critica sull’attenzione della società agli aspetti più importanti della vita delle persone con disabilità. Il dopo di noi, le barriere architettoniche, i trasporti, la vita indipendente gli ambiti ritenuti più ignorati.

Alla domanda su quale atteggiamento culturale prevale in Italia sulla disabilità si impongono quello della “sensibilità” (77) e “solidaristico” (71), ma fanno da contraltare negativo anche la tendenza al pregiudizio (66) e all’indifferenza (62) insieme all’impreparazione (53). A sottolineare l’allarme sulla condizione delle persone con disabilità in Italia anche la dichiarazione di un terzo dei cittadini che ha assistito a episodi di discriminazione.

La ricerca svela quanta strada ancora ci sia da fare per aumentare la consapevolezza delle esigenze e dei bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Abbiamo indagato quali tra una serie di azioni possibili agevolerebbe il superamento degli ostacoli che queste persone devono affrontare. Alcune sono prioritarie per l’opinione pubblica: occorre fare chiarezza sui diritti, ed è responsabilità dei media e di tutte le istituzioni. E subito dopo c’è il tema del lavoro, considerato importantissimo. Tra le ultime, per mancanza di comprensione, il Dopo di noi, il cohousing e il diritto alla sessualità. Sono gli italiani a dirci che c’è ancora una scarsa conoscenza della disabilità, una presa di distanza o non accettazione significative, una consapevolezza di muoversi poco in modo inclusivo. L’Osservatorio nasce proprio per far sì che si parta da qui per fare un vero cambiamento culturale” spiega Simone Fanti, vice presidente Premio Bomprezzi.

L’associazione Premio Franco Bomprezzi nasce nel 2021 con lo scopo di "ricordare l’uomo, il comunicatore, l’amico e il compagno di molte battaglie per i diritti delle persone con disabilità" scomparso sette anni fa attraverso un Premio che riconosca e promuova la migliore informazione giornalistica sul tema.

“Sono passati sette anni da quando Franco Bomprezzi ci ha lasciato. Oggi celebriamo una persona che esiste ancora profondamente nelle nostre menti e nei nostri cuori e di cui abbiamo raccolto l'eredità che vogliamo far rivivere. Vogliamo con questo Premio metterci alla prova e stimolare l’informazione, la politica e la società civile su una tematica che ha necessità di essere raccontata, di essere rappresentata e di essere sostenuta. Franco è stata la persona che più di ogni altra in Italia ha contribuito a cambiare la comunicazione sulla disabilità”, conclude Simonetta Morelli, presidente dell’Associazione Premio Bomprezzi.

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