La disabilità è una relazione sociale, dal libro di Matteo Schianchi

Tratto da

Proponiamo alcuni estratti del libro "Disabilità e relazioni sociali" dello storico e ricercatore Matteo Schianchi. Un libro che pone molte domande (e propone qualche risposta)

Matteo Schianchi, storico della disabilità e ricercatore presso l'Università degli Studi Milano Bicocca, ha scritto un libro che ogni operatore sociale che lavora nei servizi per le persone con disabilità dovrebbe leggere. Un libro che pone tante domande e propone diverse risposte. Una lettura utile per mettersi in discussione e per trovare qualche buona luce in fondo al tunnel. Il libro si intitola “Disabilità e relazioni sociali. Temi e sfide per l’azione educativa” (156 pagine 18 euro, Carocci editore), lo abbiamo letto e ne abbiamo estratto alcuni passaggi che vi proponiamo (indicando anche il titolo del capitolo da cui sono tratti) con l’auspicio di promuovere una riflessione su questo tema. A partire da una frase che dà il titolo a tutto il lavoro: "La disabilità è una relazione sociale. È impossibile poterla pensare in modo diverso".

"La disabilità non è un problema che riguarda alcuni individui, le loro famiglie e di cui ci sono professioni e servizi che se ne occupano: è invece una questione intrinsecamente legata alla natura stessa degli esseri umani". (Disabilità,relazioni e corpo)

"Non c’è persona con disabilità, famiglia che non dica che forse, ancor di più della difficoltà di vivere la propria condizione, sono lo sguardo e le ordinarie aspettative degli altri ad aver ostacolato e impedito maggiormente la sua esistenza" (Guardare la disabilità e vedere sé stessi)

"…  è la necessità di affermare continuamente il rassicurante bisogno di normalità, il consueto ordine delle cose. Lo stigma è dunque un elemento attraverso cui i membri di una comunità locale -un microcosmo- esprimono e difendono l’adesione ad alcuni valori" (Attribuire l’identità dell’altro)

"Il fatto di partecipare a un consesso sociale non dice nulla della qualità e delle caratteristiche di quella appartenenza" (Né carne, né pesce)

"La violenza simbolica legata alla disabilità pronuncia la sua sentenza: disabile = essere umano oggettivamente inferiore. Tale inferiorità è considerata effettiva e ovvia". (Una violenza non violenta)

"Si tratta dunque di mettere le persone nella condizione di dire loro di sé stessi chi sono, come si sentono, che cosa desiderano, anche quando non riescono a farlo con le proprie parole" (Esistere è più che vivere)

"Quando si affida tutto alla famiglia, quando quest’ultima non è sufficientemente supportata in termini materiali , in supporti relazionali, psicologici è chiaro che “non si nasce disabili, lo si diventa” (Non si nasce disabili, lo si diventa)

"… usiamo espressioni quali: il DVA, Il DSA, il down, i ragazzi (parlando di adulti). Individui ridotti ad acronimi. Che idee si diffondono, che mondo si costruisce mentre si parla in tal modo?" (Ma come definiamo la disabilità?)

"Quali sono le condizioni per costruire azioni educativa capaci di praticare l’idea che ciascuno sia un soggetto con una propria storia e in divenire?" (Conclusioni: ancora sulle relazioni)

 

Frasi tratte da Disabilità e relazioni sociali. temi e sfide per l’azione educativa di Matteo Schianchi.

Altre opinioni