Dalla Provincia di Pavia un nuovo Patto per il Dopo di Noi

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In occasione del Convegno di Pavia del 17 maggio 2023, dal titolo “Qualcosa è Cambiato”, l’assessore Regionale all’inclusione sociale disabilità famiglia e pari opportunità Elena Lucchini e il direttore Generale di ATS Pavia Lorella Cecconami hanno simbolicamente sottoscritto un nuovo Patto per il Dopo di Noi.

Assieme a Marco Bollani, direttore della Cooperativa Sociale COME NOI di Mortara che ha partecipato al convegno sia per presentare i dati del territorio regionale e provinciale sia per moderare la tavola rotonda conclusiva, nella veste di rappresentante del Forum terzo settore nel tavolo di Monitoraggio Regionale, approfondiamo i motivi che hanno portato alla sottoscrizione del Patto, i contenuti e la rilevanza per l’implementazione del nuovo programma operativo regionale Dopo di Noi della dgr 275/2023.

Perché a Pavia è stato siglato nel corso del 2023 un Patto per il Dopo di Noi e che valenza ha?

L’idea di sintetizzare i contenuti emersi dal convegno di Pavia nella forma simbolica di un Patto è nata a partire dalla ricchezza dei contributi portati dalle persone con disabilità e dei loro genitori, dai rappresentanti delle istituzioni, del mondo del terzo settore e dagli operatori degli enti pubblici.

Il Patto intende fornire non solo una linea generale di indirizzo culturale e di orientamento per le politiche sociali territoriali, ma anche rappresentare indicazioni ai livelli istituzionali regionali e nazionali che appaiono particolarmente attuali e sfidanti per il nuovo programma operativo regionale Dopo di Noi della dgr 275/2023 e per gli inizi di questo 2024 annunciato come un anno ricco di trasformazioni e di cambiamenti significativi per il welfare della disabilità regionale e nazionale.

Dall’analisi presentata al convegno sono emersi in particolare gli impatti territoriali dei percorsi di emancipazione dei figli dai propri genitori attraverso le nuove co-abitazioni attivate ai sensi della Legge 112 in Lombardia ed in particolare in Provincia di Pavia. I dati che ho presentato, contenuti nel piano di riparto della dgr 275/2023 (Allegato 1 Decreto 8499 del 07.06.2023), ci dicono, infatti, che 1/3 delle risorse ripartite dal Fondo Statale Dopo di Noi in Regione Lombardia è finalizzato a sostenere tali progetti di vita, uno degli obiettivi di servizio della L. 112.

Tabella: risorse Fondo Dopo di Noi utilizzo per ATS per progetti co-abitazione

Denominazione ATS N Ambiti Sociali N PdV Co-abit Rip Coab.

già attive

Rip QT capitaria TOTALE RIPARTO % € Co-abit
ATS Città Metropolitana 17 135 2.122.478,00 € 3.063.164,00 € 5.185.642,00 € 40,93%
ATS Insubria 20 14 215.324,00 € 1.272.893,00 € 1.488.217,00 € 14,47%
ATS Montagna 7 2 30.761,00 € 256.049,00 € 286.810,00 € 10,73%
ATS Brianza 8 9 153.803,00 € 1.056.048,00 € 1.209.851,00 € 12,71%
ATS Bergamo 14 47 722.875,00 € 984.634,00 € 1.707.509,00 € 42,34%
ATS Brescia 12 29 415.267,00 € 1.030.389,00 € 1.445.656,00 € 28,73%
ATS Padana 8 21 322.985,00 € 659.173,00 € 982.158,00 € 32,89%
ATS Pavia 5 25 384.507,00 € 467.340,00 € 851.847,00 € 45,14%
Tot. Lombardia 91 282 4.368.000,00 € 8.789.690,00 € 13.157.690,00 € 33,20%

 

La città Metropolitana di Milano alla data del 31.12.2022 risulta il distretto sanitario con il numero più elevato di progetti di vita in coabitazione in valori assoluti, ma è l’ATS di Pavia ad avere il numero più alto di risorse investite a sostegno di tali progetti rispetto alle risorse totali, e quindi anche in rapporto al numero di residenti territoriali.

Grafico: % Fondi Dopo di Noi al 31.12.2022 per ATS per supporto progetti di vita in co-abitazione

Quali sono i contenuti del Patto?

Nel corso dell’ultima tavola rotonda del Convegno è stato evidenziato come questo nuovo Patto Dopo di Noi costituisca forse il primo tentativo di formalizzare a livello territoriale un impegno interistituzionale per garantire la nascita ed il consolidamento di strategie di co-programmazione e co-progettazione sussidiaria in cui, a partire dalle esigenze e dagli investimenti territoriali degli interventi già in atto, si possano integrare e ridefinire le regole attuative ed i percorsi applicativi della L. 112. Il Patto è costituito da 10 punti:

  1. Nuovi livelli essenziali di assistenza: la progettazione individuale personalizzata e partecipata deve diventare un Livello Essenziale di Processo e le co-abitazioni Dopo di noi, un livello Essenziale di Servizio nella cornice di attuazione dei nuovi LEPS, come peraltro previsto non solo dalla L. 112 ma anche dalla L. 234/2021 (PNNA 2022-2024), dalla Legge Delega 227/2021, nonché come confermato e auspicato dalla Corte dei Conti nella relazione di cui alla delibera n. 55/2022/G e ribadito nella delibera 73/2023;
  2. Governance: occorre garantire stabilità al Tavolo Ministeriale Dopo di Noi di recente insediamento, attribuendogli la funzione di organismo strutturato e stabile per governare e coordinare l’applicazione della L. 112 su tutto il territorio nazionale;
  3. Integrazione di risorse sociali e sanitarie: ciascuna progettazione sostenuta dal budget personalizzato deve realizzarsi attraverso la ricomposizione delle risorse sociali e sanitarie pubbliche e private.
  4. Semplificazione: i progetti di vita avviati e divenuti stabili attraverso la co-abitazione devono poter proseguire senza dover ogni anno ripresentare tutta la documentazione necessaria per le istanze di primo accesso ai benefici della L. 112;
  5. Proporzionalità di risorse in funzione dei progetti territoriali: l’assegnazione di risorse del Fondo Dopo di Noi ai territori deve tener conto dei progetti attivati e stabilizzatisi su ciascun territorio e non solo del numero di persone target stabiliti per il primo triennio dalla L. 112;
  6. Continuità di risorse ai progetti di vita che hanno realizzato percorsi stabili di co-abitazione: garanzia di risorse continuative ai progetti di co-abitazione stabili che hanno realizzato gli obiettivi della Legge 112 in particolare laddove essi sono stati avviati attraverso cospicui investimenti strutturali gestionali ed economici da parte di famiglie, enti gestori e Comuni;
  7. Formazione permanente di tutti gli attori impegnati a sostegno del Dopo di Noi: occorre stabilizzare come permanenti i percorsi di formazione e di aggiornamento interdisciplinari rivolti ai professionisti ed agli operatori dei servizi sociali e socio-sanitari, prevedendo anche percorsi mirati per le persone con disabilità e per i loro familiari;
  8. Estensione della platea dei beneficiari con vincolo di priorità per le persone ad elevate necessità di sostegno: è possibile valutare l’allargamento della platea dei beneficiari solo con l’adeguamento progressivo del Fondo nazionale Dopo di Noi per consentire a tutte le persone con disabilità l’accesso alle misure previste dalla L. 112, conservando però priorità di accesso alle persone con maggior intensità di sostegno;
  9. Valutazione d’impatto delle buone prassi Dopo di Noi: occorre promuovere una ricognizione a livello Ministeriale delle buone prassi territoriali non solo dei singoli progetti di co-abitazione ma anche dei percorsi applicativi territoriali che hanno garantito una buona infrastrutturazione sociale per applicare la L. 112 e per definire Linee guida nazionali per la sua implementazione;
  10. Inclusione e riqualificazione dei servizi: occorre garantire a tutti i percorsi di vita ed ai progetti personalizzati la possibilità di realizzare opportunità di abitazione e co-abitazione che valorizzino la dimensione dell’appartenenza esistenziale al proprio contesto sociale e del vivere “a casa mia”: prevenendo e contrastando l’adattamento delle abitazioni ai processi tipici di standardizzazione dei servizi, favorendo l’adattamento progressivo dei servizi ai bisogni abitativi e di inclusione sociale delle persone con disabilità, promuovendo gradualmente la trasformazione e la riqualificazione dei servizi diurni e residenziali da luoghi di cura e presa in carico, a luoghi di vita desiderata che sappiano garantire anche processi di cura e presa in carico adeguati e appropriati.

Perché il Patto è importante rispetto agli interventi del programma operativo lombardo Dopo di Noi definito con la dgr 275/2023 che si sta avviando a partire dal 2024?

Il dato che oltre il 30% delle risorse stanziate in Regione Lombardia sia stato investito e speso per interventi di co-abitazione (in particolare nei territori pavesi), uno degli obiettivi di servizio della L. 112, se da un lato conferma le difficoltà di spesa di tali risorse stanziate di anno in anno da parte della legge, dall’altro testimonia anche un lento e progressivo incremento dei progetti di vita Dopo di Noi fornendo indicazioni interessanti sia per il legislatore regionale sia per il livello legislativo nazionale.

Sul fronte Regionale infatti è proprio a partire da tali dati che le nuove linee operative territoriali varate alla fine 2023 da ciascun Ambito Sociale Territoriale, dovranno ridisegnare i nuovi “piani regolatori” territoriali per l’applicazione della L. 112, tenendo conto degli indirizzi regionali e degli obiettivi principali di consolidamento e sviluppo contenuti dalla dgr 275/2023 per il 2024:

  1. dare continuità ai progetti di vita attraverso l’avvio e il consolidamento di nuove co-abitazioni realizzate grazie, non solo ai cospicui investimenti delle realtà di terzo settore, ma anche grazie alla compartecipazione economica dei Comuni ed all’investimento di risorse familiari sia nella messa a disposizione delle abitazioni sia a sostegno dei costi di gestione;
  2. favorire l’avvio ed il consolidamento di processi di co-programmazione territoriale attraverso il coinvolgimento delle realtà provinciali di terzo settore più attive e con maggior esperienza nell’ambito dei progetti Dopo di Noi, sia per analizzare i bisogni e le eventuali proposte delle famiglie e delle persone con disabilità, sia per promuovere un adeguato investimento infrastrutturale dei processi di co-progettazione delle singole esperienze coinvolgendo attivamente i beneficiari e gli operatori di riferimento nei servizi territoriali;
  3. ridefinire e incrementare gli importi finanziabili a valere sul Fondo Dopo di Noi definendo un tetto massimo di spesa al fine di rafforzare la sostenibilità dei progetti come richiesto dalle realtà del Terzo Settore Anffas e Confcooperative Lombardia (entrambe presenti al Convegno).

E rispetto all’attuale processo di aggiustamento della L. 112 in atto a livello Ministeriale quali indicazioni emergono dal Patto di Pavia?

Sul fronte legislativo nazionale il Patto è di prioritaria importanza nella prospettiva di collocare tali co-abitazioni tra i nuovi LEPS territoriali, come previsto dalla normativa vigente.

Pur all’interno di un quadro generale di difficoltà applicativa della L. 112, alcuni territori, tra cui anche la provincia di Pavia, sembrano oggi pronti a traghettare le sperimentazioni Dopo di Noi all’interno della prospettiva applicativa prevista dalla Legge di definire nuovi livelli essenziali di assistenza sociale, di processo e di servizio.

Tornando all’esperienza pavese, durante il convegno è emerso dalle testimonianze degli operatori degli enti pubblici di ATS ed ASST e degli ambiti sociali territoriali (Lomellina e Alto e Basso Pavese in primis), l’importanza di aver costruito insieme un processo interistituzionale di infrastrutturazione sociale specifico per l’applicazione della L. 112, coordinato e governato dalla Cabina di Regia Territoriale di ATS Pavia e co-progettato con le realtà di terzo settore rappresentate in primis dai “mondi” di Anffas e Confcooperative che operano in forte sinergia su tutto il territorio lombardo ed in particolare sul territorio della provincia di Pavia. Nella tavola rotonda dedicata al processo di costruzione dei progetti di vita Dopo di Noi sono emersi i passaggi salienti di questo lavoro.

Il lavoro di infrastrutturazione sociale ha visto il coinvolgimento sinergico anche degli operatori sanitari di ASST impegnati nelle equipe di valutazione multidimensionali (UVM territoriali composte da medici, infermieri e assistenti sociali dell’azienda sanitaria), degli assistenti sociali dei Comuni e dei Piani di zona, gli operatori delle realtà di terzo settore che operano nei servizi territoriali.

L’integrazione socio-sanitaria tra servizi e competenze pubbliche e del privato sociale hanno costituito i passaggi decisivi e fondamentali di questo processo di infrastrutturazione sociale che rappresenta un modus operandi particolarmente attuale per affrontare le nuove sfide di welfare ben oltre i confini applicativi della Legge Dopo di Noi.

Cosa rappresenta questo Patto soprattutto per i genitori delle persone che oggi sono riuscite a realizzare progetti di vita e per coloro che ancora stanno lavorando per riuscire a costruire nuovi percorsi di vita?

Nelle parole dei genitori che sono intervenuti all’evento per portare una testimonianza sui percorsi Dopo di Noi dei loro figli e sul loro impegno personale a sostegno del Dopo di Noi, il Patto di Pavia disegna un orizzonte di un nuovo impegno caratterizzato da una forte corresponsabilità e da nuovi rapporti di fiducia tra i cittadini protagonisti degli interventi di sostegno, gli operatori dei servizi, i responsabili degli enti gestori e gli amministratori degli enti pubblici e delle istituzioni. Un Patto che accorcia le distanze tra tutti gli attori coinvolti per alimentare una nuova stagione di welfare e anche di speranza verso nuovi progetti di vita più desiderabili e sostenibili dal punto di vista esistenziale.

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