Risorse ai Centri Territoriali di Supporto per ausili e sussidi tecnologici

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Tramite un recente Decreto, sono stati stanziati dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, in favore dei CTS (Centri Territoriali di Supporto), 25 milioni di euro per la lotta alla dispersione scolastica e per assicurare l’inclusione scolastica agli alunni e studenti con disabilità con l’impiego di ausili e strumenti tecnologici. Sarebbe opportuno che le Associazioni facessero conoscere ai propri iscritti questa opportunità. Va poi ricordato che il lavoro dei CTS è molto prezioso per l’inclusione scolastica, pur ricordando che esso è svolto da docenti esperti a puro titolo di volontariato

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha emanato il 7 marzo scorso il Decreto n. 41, ove si informa dell’assegnazione di risorse ai CTS (Centri Territoriali di Supporto), nell’àmbito di un «Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nella scuola secondaria di primo e secondo grado e alla lotta alla dispersione scolastica».
Il Decreto stanzia in particolare 25 milioni di euro per la lotta alla dispersione scolastica e per assicurare l’inclusione scolastica agli alunni e studenti con disabilità tramite l’impiego di ausili e strumenti tecnologici, di cui all’articolo 13, comma 1, lettera b della Legge 104/92.
I fondi sono assegnati ai CTS presenti in ogni Provincia e i criteri del riparto sono i seguenti: una quota del 30% in misura eguale a tutte le scuole; il restante 70% in proporzione del numero di allievi con disabilità certificata presenti in ogni scuola. Il 40% del finanziamento globale, inoltre, deve essere assegnato alle scuole del Mezzogiorno, in quanto zona “svantaggiata”.
Tramite un successivo provvedimento verranno emanate norme per il monitoraggio della procedura di assegnazione e di utilizzo delle risorse.

Quella stanziata è una somma ingente, che deve essere impegnata e utilizzata con molta oculatezza, onde evitare acquisti inutili o troppo costosi rispetto ad altri presenti sul mercato a minor prezzo.
Gli acquisti vengono effettuati sulla base delle richieste delle singole scuole e divengono proprietà del CTS che, va ricordato, è una “scuola-polo” capofila di una rete di scuole. A richiesta dunque delle singole scuole, gli ausili e i sussidi tecnologici vengono assegnati alle scuole stesse in comodato d’uso e restituite alla scuola-polo alla cessazione del bisogno, quando cioè l’alunno con disabilità che ne aveva bisogno uscirà da quella scuola. Il Dirigente Scolastico dell’Istituto affidatario è il depositario e deve perciò custodire l’ausilio e rispondere alla scuola-polo in caso di danneggiamento.

Gli ausili che si possono acquistare sono talora molto utili per gli alunni con disabilità, specie se questi ancora non sono riusciti ad acquisirli per uso personale, dato il ritardo dell’aggiornamento del Nomenclatore Tariffario. Ovviamente tali ausili devono essere utilizzati durante il lavoro in classe e non vengono dati agli alunni per usarli a casa.
Essi possono essere di utilizzo collettivo, come ad esempio le LIM (Lavagne Interattive Multimediali), o per uso personale, come computer, tablet o comunicatori. Data la loro importanza, sarebbe opportuno e necessario che le Associazioni facessero conoscere ai propri iscritti questa opportunità e quindi sollecitassero le scuole a provvedere al più presto alla formulazione dei progetti per partecipare alle graduatorie formulate dai CTS tra le scuole richiedenti.
A richiesta delle famiglie interessate, inoltre, gli esperti delle Associazioni possono sottoporre al CTS le proposte riguardanti l’alunno interessato.

L’occasione offerta da questa gestione straordinaria dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come già detto, deve spingere i CTS a provvedere ad acquisti effettivamente utili e possibilmente meno costosi con riguardo alla loro qualità. La presenza di ausili adeguati alle effettive esigenze degli alunni con disabilità costituisce infatti un requisito di “qualità” della scuola, previsto dall’articolo 4 del Decreto Legislativo 66/17. Peccato, però, che tale requisito ancora non si possa utilizzare per misurare la qualità inclusiva realizzata dalle singole scuole, perché dopo sette anni non è ancora stato emanato il regolamento esecutivo previsto dallo stesso articolo 4 citato.

Il lavoro dei CTS è prezioso per l’inclusione scolastica, dal momento che serve a fornire consulenza alle scuole non solo per l’acquisto di ausili tecnologici, ma anche per fare apprendere agli alunni con disabilità come usarli senza danneggiarli. Va tuttavia ricordato che tale prezioso lavoro è svolto da docenti esperti a puro titolo di volontariato; infatti, le norme che hanno creato i CTS (Decreto Legislativo 66/17, integrato dal Decreto Legislativo 96/19) non hanno previsto una minima dotazione di personale. Ci si augura quindi che il Ministero, accogliendo le pressanti richieste provenienti da più parti, voglia destinare almeno un docente per CTS e un numero maggiore di docenti nelle Province con più alunni con disabilità, almeno con il semiesonero dall’insegnamento. Ciò renderebbe pienamente funzionanti i CTS anche con un maggior numero di ore di presenza dei docenti esperti.

Associazione Italiana Persone Down, aderente alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Contributo realizzato in collaborazione con il Centro Studi Giuridici HandyLex.

 

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